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grave malattia, e combinando quanto lui stesso disse nell’ultima fatale infermità, cioè, che da quarant’anni non aveva mai avuto bisogno dei medici, noi veniamo di più confermati in questa opinione. Ella è cosa certa, che all’età virile risolse il savio Durandi di vivere celibe, si diede quindi alla pietà cristiana, e la sua vita potè servire di modello a’ suoi contemporanei, che l’ammirarono sino alla morte.

Profittando del silenzio della notte (giacchè di giorno era in obbligo di attendere ai doveri d’ufficio), scrisse il nostro storico le seguenti opere:

1772. Dell’antico stato dell’Italia: ragionamento di Jacopo Durandi, in cui si esamina l’opera del P. Bardetti su i primi abitatori dell’Italia, e s’illustrano alcune parti essenziali dell’antica storia, con diverse ricerche geografiche sulla Gallia antica.

Nella seconda parte si difende l’autore dalla taccia di plagiario, che nel giornale