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il quale ebbe la consolazione di sentire, che gli stessi due drammi piacevolissimi per la vaga, e scelta loro composizione, furono cantati sopra i principali teatri di Europa, e che persino in Russia il nome dell’autore ha eccheggiato.
Lasciata la poesia drammatica, solo di quando in quando andava prendendo Durandi la polverosa cetra per cantare lodi d’alti personaggi, o per enunciare memorandi fatti, tra cui havvi il sonetto in morte di Metastasio nell’anno 1782, e quell’altro scritto verso il fine del 1794, diretto all’Italia, in cui ritratta il di lei infelice stato politico1.
Dalla lettura di alcuni sonetti pieni di melanconia2, ed in cui deplora la passata vita, pare che il nostro Autore abbia lasciata la coltura delle muse in seguito a