lasciata memoria. Verona però non fu sede stabile del nostro Poeta. Il Boccaccio lo conduce in giro in Casentino, in Lunigiana, ne’ monti presso Urbino, a Bologna, a Padova e a Parigi. Altri luoghi da lui abitati si annoveran da altri, e sembra che non potendosi disputare della patria di Dante, come si fa di quella di Omero, molte città d’Italia invece contendan tra loro per la gloria di aver data in certo modo la nascita alla Divina Commedia da lui composta. Firenze vuole ch’ei già ne avesse composti i primi sette canti, quando fu esiliato, e ne reca in pruova l’autorità del Boccaccio e di Benvenuto, e alcuni passi del medesimo Dante. Il marchese Maffei vuole che alla sua Verona concedasi il vanto, che ivi principalmente Dante si occupasse scrivendola. Un’iscrizione nella torre de’ conti Falcucci di Gubbio ci assicura che in quella città, ove, come sembra indicarci un sonetto da lui scritto a Bosone, abitò qualche tempo presso questo illustre cittadino, ei ne compose gran parte; e un’altra iscrizione, posta nel monastero di s. Croce di Fonte Avellana nel territorio della stessa città, afferma lo stesso di quel monastero, ove anche al presente si mostrano le camere di Dante. Altri danno per patria a questo poema la città d’U-