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più giù trattando di quelle arti. Di Frescobaldi il troveremo fedele ed ufficioso amico di Dante, e cagion forse della ripresa del divino Poema. Di Dante da Majano già vedemmo l’altiero disprezzo con che, egli adulto, rispose al primo saggio del fanciullo Dante Alighieri; che ben potrebbe servir d’esempio, ma non servirà probabilmente, a1 quei provetti possessori di qualche gloria letteraria, che disprezzano i principianti pur destinati ad oscurarli. Dante da Majano aveva allora gran fama, e non che in Firenze o Toscana, ma più lungi, fino in Sicilia, culla di tutte quelle glorie; dove una Nina poetessa, tanto, benché da lungi, s’innamorò dei versi di lui, o di lui stesso, che con lui corrispondendo in poesia, non altrimenti voleva esser chiamata, che la Nina di Dante. Né era dubbio allora qual Dante: pochi anni dopo sarebbe stato dubbio; e pochi altri ancora, quel da Majano non fu cognito se non agli storici speciali di letteratura: e il Dante disprezzato è l’immortale.
Più noti assai, e più degni di esserlo, sono gli altri due gentili risponditori al primo Sonetto puerile di Dante: Guido Cavalcanti e Cino da Pistoja. Dante nel libro del Vulgare