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altri nelle ricchezze e nel commercio fiorentino, il quale fu evidente effetto delle medesime cause di attività; altri finalmente nella signoria della lingua, la quale, secondo la storia, e al dir di Dante, era prima in Sicilia e in Bologna, e che di nuovo fu effetto e non causa e in ogni modo non avrebbe che fare colle arti cresciute pur esse, pur esse parte di tanta nuova civiltà. Ma il vero è, che una causa comune è da cercare a tutta questa attività spiegantesi allora a un tempo e del pari nelle lettere, nelle arti e nel commercio. Né questa parrà poi difficile a trovarsi, se si cerchi nella condizione speciale della Toscana, e di Firenze in particolare; cioè in quella stessa tardità, che abbiamo in lei notata, nel prender parte alle rivoluzioni dei due secoli XII e XIII. Vedemmo che fu dell’ultime ad aver governo proprio, e nomi di Comune e di Consoli nel secolo XII; dell’ultime ad aver le regalie al principio del XIII; dell’ ultime, poi, ad aver le parti guelfe e ghibelline, de’ nobili e de’ plebei, cosicché non era giunta ancora né alla tirannia popolare, né a quella di uno. All’incontro, quasi tutti gli altri Comuni