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Ov’ella passa ogni uom ver lei si gira,
E cui saluta fa tremar lo core.

Sì che bassando il viso tutto smore,
E d’ogni suo difetto allor sospira:
Fugge davanti a lei superbia ed ira;
Aitatemi voi, donne, a farle onore.

Ogni dolcezza, ogni pensiero umile
Nasce nel core a chi parlar la sente;
Ond’è beato chi prima la vide.

Quel ch’ ella par quando un poco sorride
Non si può dicer, nè tenere a mente,
Sì e nuovo miracolo e gentile.1

Ma bella pure, e la più osservabile fra le poesie giovanili di Dante, è la Canzone citata. In un luogo del suo Poema, che avremo in breve occasione di recare, pare accennato, che questa non solo fu la prima Canzone, ma ancora o la prima poesia pubblicata, o almeno la prima che diventasse famosa, o che desse gran nome al Poeta. Ma un cenno anche più importante trovasi nella strofa seguente:

Angelo chiama nel divino intelletto2
E

  1. Vita Nova, p.35
  2. Verso fuor di misura, che altri invano
    si sforza di raccorciare, ed altri legge in divino. Ma il senso stesso migliorerebbe leggendo il o al; e parmi che la varietà delle lezioni, facendo dubbio il testo, debba far lecita la proposizione d’una lezione anche non trovata ne’ codici.