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ma tolgasi ad ogni modo da Beatrice anche ogni menoma colpa di incoraggiamento. Se fosse dubbio, sarebbe più che semplicità fermarsi a disputarne; ma ne protesta Dante fin da principio dicendo: "Ed avegna che la sua imagine, la quale continuamente meco stava, fosse baldanza d’Amore a signoreggiare me; tuttavia era di sì nobilissima virtù, che nulla volta sofferse che Amore mi reggesse senza il fedele consiglio della ragione in quelle cose là ove tal consiglio fosse utile a udire". Quella cattiva lingua poi del buon Boccaccio, afferma pure, che "onestissimo fu questo suo amore, nè mai apparve o per isguardo, o per parola, o per cenno, alcuno libidinoso appetito, nè nello amante nè nella cosa amata. Non picciola mara viglia al mondo presente, nel quale è si fuggito ogni onesto piacere ec.1". Ancora, sembra dal séguito della Vita Nova, che Beatrice negò d’allora in poi il saluto a Dante; ch’ella il fuggì nelle compagnie; e certo poi ei non si trovò all’ultimo della vita di lei.
- ↑ Boccaccio, Vita di Dante, p.19