Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
citato già da’ bibliografi; ma che lascio lor dire, od anzi lor domando, se sia superstite1. Quel titolo è così:"Quæstio florulenta ac perutilis de duobus elementis aquæ et terræ tractans super reperta, quæ olim Mantuæ auspicata, Veronæ vero disputata et decisa, ac manu propria scripta a Dante florentino poeta clarissimo, quæ diligenter et accurate correcta fuit per Rev. Magistrum Joannem Benedictum Moncellum de Castilione Aretino, regentem Patavinum ordinis Eremitarum divi Augustini, sacræque theologiæ doctorem excellentissimum"2. Certo, si vorrebbe vedere il libro stesso per congetturare plausibilmente se sia da aggiungere questa all’opere di Dante; e se ci sien dati quindi per la vita di lui, ed un soggiorno a Mantova, ed uno, terzo o quarto, a Verona al principio del 1320, che ci mostrerebbe non venute a compiuta rottura le dissensioni di Dante collo Scaligero.
Ad ogni modo, o poco prima o poco dopo,
- ↑ Cinelli, Biblioteca volante; Apostolo Zeno, Lettere, vol.II., 204; Pelli, p.241.
- ↑ Tiraboschi, Ed.Minerv.V.p.82.