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Ora ti prego, o dolce Signor mio,
Che tu ti degni di manifestarmi
L'estremo, fin del breve viver mio.
Deh non volere a terra rivocarmi
Nel mezzo de' miei giorni; ma più tosto
Aspetta il tempo e l'ora di salvarmi.
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Or fa, Signore, che della mia tomba
Io esca fuora, non oscuro e greve,
Ma puro come semplice colomba;
Acciò ch'io essendo allora chiaro e lieve
Possa venire ad abitar quel loco
Che li tuoi figli e servitor riceve,
Dov'è diletto e sempiterno gioco.
Salmi di Dante, Salmo V, v.24,25,29.


Lasciammo Dante in Udine alla corte Guelfa del patriarca Pagano della Torre, nell’anno 1319. Addì 20 gennajo 1320 il troviamo, poi, quasi di passaggio in Verona; se abbiasi a credere al titolo d’un libretto stampato a Venezia nel 1508, e