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anni 1274-1289 65

suo spirito in tali pensieri «ei ne venisse in sì frale e debole condizione, che a molti amici pesava della sua vista;» che richiestone, ei diceva, «era amore che così l’aveva governato… E quando mi domandavano: per cui t’ha così distrutto questo amore? ed io sorridendo guardava e nulla dicea loro.»1 Un giorno poi essendo in chiesa, e guardando la sua Donna, un’altra gentildonna di molto piacevole aspetto che stava in mezzo credendo essere guardata essa, e guardandolo, fece credere, ch’ella fosse l’amata di Dante. Ed egli compiacendosene, immantinente pensò di fare di questa gentildonna uno schermo della veritade; tanto che il suo segreto fu creduto sapere dalle più persone, che di lui ragionavano. Così si celò più anni; e per più fare credente altrui, fece per la donna, schermo suo, parecchie cosette per rime; e poi un serventese, dove per poter nominare celatamente la sua donna vera, introdusse i nomi di sessanta delle più belle della città. Finalmente «la donna con la quale tanto tempo io avea celiato, convenne che si partisse della sopra detta cittade,

  1. Vita Nova p. 8.
Vol. I 5