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intiero celebra la vita contemplativa de’ santi solitarii, posti (senz’altra ragione apparente che dall’occasione) nel cielo di Saturno. Tra questi solitarii pone San Pier Damiano, il contemporaneo di Gregorio VII, e compagno di lui nella prima guerra mossa alla corruzione ecclesiastica, abitatore già di quel medesimo monistero di Fonte Avellana; il quale dimandato da Dante chi egli sia, risponde:
Tra due liti d'Italia surgon sassi,
E non molto distanti alla tua patria,
Tantoche i tuoni assai suonan più bassi;
E fanno un gibbo, che si chiama Catria,
Dissotto al quale è consecrato un ermo,
Che suol esser disposto a sola latria.
Così ricominciommi il terzo sermo;
E poi continuando disse: quivi
Al servigio di Dio mi fei sì fermo,
Che pur con cibi di liquor d'ulivi
Lievemente passava e caldi e gieli,
Contento ne' pensier contemplativi.
Render solea quel chiostro a questi cieli
Fertilemente, ed ora è fatto vano,
Sì che tosto convien che si riveli.
In quel loco fu' io Pier Damiano;
ec. ec.
Parad. XXI, 106-121.