Pagina:Vita di Dante.djvu/715

modo di pubblicazione Canto per Canto, è da intendersi de’ venti primi soli del Paradiso. Ma di questa e d’altre dispute Dantesche, diciam pure col Boccaccio:"ma qual si sia di queste due la verità, ........... egli non è sì gran fatto, che solenne investigazione ne bisogni".1.

Più importante per noi è quella confessione di povertà che nell’ultime righe fa Dante. Confessione, anche questa, la quale contenendo quasi una domanda, scandalizzerà taluni, i quali altieri credendosi, nol sono abbastanza per far apertamente ciò a che la fortuna li costringe. Ad ogni modo, i medesimi sensi e quasi le medesime parole delle lettera sono poi tradotti in versi dal Poeta in quel lungo dialogo tra esso e Cacciaguida proavo suo, onde già togliemmo ciò che appartiene ad ogni periodo di nostra storia. Qui è primamente da osservare, che tutto quel suo vanto di nobiltà disdice meno assai tra la miseria in che si trovava. Poi, nella parte già riferita, che appartiene al suo primo rifugio presso Bartolommeo, il fratello di Cane, notisi ch’ei lo loda d’aver antivenute le sue domande;

  1. Boccacc., Vita, p.94.