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in poi conobbi essere questo superato dai fatti. Quindi avvenne, che dal solo udito essendo già stato fatto benevolo con certa soggezione d’animo, alla prima veduta poi io vi divenni devotissimo ed amico. Nè assumendo il nome d’amico, io penso, come forse alcuni opporrebbero, incorrer traccia di presunzione; connettendosi col sacro vincolo d’amicizia non meno i disuguali che i pari; e potendo tra quelli vedersi dilettevoli ed utili amicizie". Difende poi con parecchie ragioni le disuguali amicizie; dice aver cercato, qual dono fargli tra le proprie opere, e trovare adattata la Cantica più sublime della Commedia, cioè il Paradiso; e così, colla presente lettera dedicargliela, offrirgliela, raccomandargliela. Poi entra a dir di tutta l’opera, che chiama polisenza; ed entra in quella spiegazione delle allegorie, che recammo. Poi vuole che il titolo di tutta l’opera sua sia così: Incomincia la Commedia di Dante Allighieri, fiorentino di nascita, non di costumi; e spiega il nome di Commedia; e, indicata la divisione in tre Cantiche, e di queste in Canti, viene a dir della presente Cantica terza del Paradiso. Segue un’esposizione minuta a modo