Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
60 | capo terzo |
e vedeala di sì nobili e laudabili portamenti, che certo di lei si potea dire quella parola del poeta Omero: Ella non parea fatta d’uomo mortale, ma da Dio.»1
Altri particolari concordanti ci sono poi dati dal Boccaccio. Al primo giorno di maggio era allora in Firenze un lieto costume, or trasportato al dì dell’Ascensione, di festeggiar l’entrante primavera. Or si fa per lo più alle Cascine, ma facevasi allora «per le contrade della città, e in distinte compagnie. Per la qual cosa fra gli altri per avventura Folco Portinari, uomo assai onorevole in quei tempi tra’ cittadini, aveva i circustanti vicini raccolti nella propria casa a festeggiare. Infra li quali era il giovine nominato Alighieri; il quale (siccome i fanciulli piccoli, specialmente a’ luoghi festevoli, sogliono li padri seguitare) Dante, il cui nono anno non era ancor finito, seguitato aveva. Avvenne, che quivi mescolato tra gli altri della sua etade, de’ quali così maschi come femmine erano molti nella casa del festeggiante, servite le prime mense, di ciò che la sua piccola età poteva operare, pueril-