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campo, et di prendere alla ventura la battaglia"1. Veduto ciò al mattino da’ Fiorentini e da lor mal avventurato capitano, allor infermo di quartana, e volendo impedir la ritirata d’Uguccione, stendarono anch’essi lor campo, e senz’ordine di schiera affrontarono i nemici, credendo ciò bastasse a farli dare in volta. Ma furono di tanto ingannati, che anzi Uguccione incominciò egli la battaglia, e fece investire i Fiorentini a guardia dello spianato, dal proprio figliuolo e da Gianni Giacotti Malespini, fuoruscito di Firenze, col pennone imperiale, a capo di cencinquanta cavalieri. Ruppero questi quelle prime guardie; ma giunti alla schiera di messer Piero, che era colla cavalleria fiorentina, ne furono rotti essi, e vi rimasero morti i due capi ed abbattuto il pennone imperiale. Allora Uguccione fece avanzare la schiera de’ Tedeschi, che erano da ottocento cavalieri e più; i quali rabbiosamente assalendo i nemici non bene schierati nè compiutamente armati, miserli in fuga facilmente quasi tutti, e con più difficoltà, ma pur alla
- ↑ Vill., pag.477.