Pagina:Vita di Dante.djvu/697

amici di Toscana; in quantità, con la gente del prenze et di messer Piero, di tre mila dugento cavalieri, et gente a piè grandissima"1. Così, per confessione dello stesso cronachista fiorentino, i suoi avevano il vantaggio del numero. Ma il principe di Taranto che li capitanava, era, a dir del re suo fratello, uomo "più di testa che savio, et con questo non bene avventuroso in battaglia, anzi il contrario"2. Partironsi di Firenze addì 6 agosto 1315; e giunti dinanzi all’oste di Uguccione, più dì stettero affrontati, col fossato della Nievole in mezzo, facendo assalti e scaramucce, o, come dicevano allora, badalucchi. Finalmente Uguccione, o per tema d’un soccorso di Guelfi che veniva a’ Fiorentini, o per istratagemma, nella notte del 28 al 29, levò le tende, arse i battifolli, cioè ridotti fatti per l’assedio, e schieròssi sullo spianato tra le due osti "con l’intenzione, se il prenze et sua hoste non si dilungassero, di vallicare et d’andarsene a Pisa; et se ’l volessono contastare, d’havere il vantaggio del

  1. Vill., pag.476.
  2. Vill., pag.476.