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a quella che la Provvidenza condusse poi nella Chiesa unita a’ suoi capi nell’ultimo de’ concilii; non la riforma o niun altro strazio della sposa di Cristo, venerata e cantata da Dante più che da nessuno.

Del resto, mi perdonino i leggitori di tornar loro a mente que’ due gran fatti da Carlomagno in qua, degli Imperadori in parte eletti e incoronati dai Papi, e dei Papi in parte confermati dagli Imperadori: due fatti da cui traevansi due diritti diversi, od anzi opposti; combattendo i Guelfi più o meno esagerati non solo per la indipendenza del papato, ma più o meno per la dipendenza degli Imperadori da esso; e i Ghibellini esagerati non solo per la indipendenza degli Imperadori, ma per la dipendenza de’Papi dagli Imperadori, come lo dimostrano le tante deposizioni de’ Papi fatte o tentate. Ora noi veggiamo qui, che se Dante era tanto ghibellino da propugnare l’indipendenza del Papa, ondechè, se il concedemmo ghibellino, ed anzi ghibellino feroce, vedesi qui che non s’ha a dire perciò de’ più esagerati. Del resto, in fatti di Parte