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papa a Carlomagno1. Quindi passa alle prove positive, che l’Imperio esisteva prima della Chiesa2; che la Chiesa non ha virtù d’autorizzare l’Imperio, nè da Dio, nè da sè, nè dagli uomini tutti, nè da più potenti fra essi3; e che tal virtù è contraria alla virtù della Chiesa4. Ondechè conchiude, che non dipendendo l’Imperio dal Vicario di Dio, ed a fortiori da nessun altro, egli dipende immediatamente da Dio. Ma finisce con queste parole:"La qual verità dell’ultima questione non si dee tuttavia così strettamente prendere, che il Principe romano non sottostia in alcun che al romano Pontefice; essendo questa mortal felicità in certo modo ordinata per la felicità immortale. Usi, dunque, Cesare verso Pietro di quella riverenza che usar debbe un figliuolo primogenito al padre; affinchè illuminato della luce della paterna grazia, più virtuosamente irraggi l’orbe della terra. Al quale da colui solo è

  1. §11,p.LXXII.
  2. §12,p.LXXVI.
  3. §13,p.LXXVIII.
  4. §14,p.LXXIX.