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ch’era ciascuno dai Guelfi vicini. E così s’avviò per la Maremma toscana addì 5 agosto, e s’innoltrò fino a Buonconvento, presso a Siena. Dove la solita infermità degli eserciti settentrionali, che avea mietute già parecchie di sue genti e teneva lui malconcio da alcun tempo, inasprita probabilmente da quell’arie cattive, lo spense addì 24 del medesimo mese. Fu apposto a veleno; ma si vede che gli abbondarono altre cagioni d’infermità e di morte. Il corpo, trasportato per le deserte maremme dal desolato e disperso esercito ghibellino, fu recato a Pisa. Accorsevi approdando re Federigo di Sicilia. I Pisani gli offersero la signoria di lor città; ma egli se ne trasse indietro, ed essi diederla ad Uguccione, che se ne fe’ centro per poco tempo a maggior fortuna1.
Dante, di cui non è traccia da Genova in qua, era probabilmente venuto a Pisa a un tempo che l’Imperadore; ed ivi, o presso ai Malaspina nella Lunigiana, era dimorato nell’anno che Arrigo correva a Roma, intorno a Firenze, a Pisa, a Buonconvento. In Pisa potè Dante conoscere