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Io credo, diss'io a lui, che tu m'inganni;
Chè Branca d'Oria non morì unquanche,
E mangia e bee e dorme e veste panni.
Nel fosso su, diss'ei, di Malebranche,
Là dove bolle la tenace pece,
Non era giunto ancora Michele Zanche,
Che questi lasciò il diavolo in sua vece
Nel corpo suo e d'un suo prossimano
Che 'l tradimento insieme con lui fece.
Ahi Genovesi, uomini diversi
D'ogni costume e pien d'ogni magagna,
Perchè non siete voi del mondo spersi?
Chè col peggiore spirto di Romagna
Trovai un tal di voi, che, per sua opra,
In anima in Cocito già si bagna,
Ed in corpo par vivo ancor di sopra.
INF. XXXIII.139-157.

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Sarebbe stata più grandezza di quella gran città il perdonare. Ma, mossi da quelle ingiurie il Doria ed altri Genovesi, dicesi se ne vendicassero poi con gravi oltraggi fatti al mordace Poeta in un soggiorno di lui nella loro città; che, se fu, dovette essere allora, quand’è probabile v’andasse con gli altri fuorusciti fiorentini e coll’antico amico Uguccione1.

  1. Veltro, p.130; Arrivab.,T.I.,p.408.