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provvidenza re de’Romani, e sempre accrescitore, i suoi devotissimi Dante Alighieri fiorentino, e non meritamente sbandito, e tutti i Toscani universalmente che pace desiderano, mandano baci alla terra dinanzi a’vostri piedi". E qui non par dubbio (concordando colle parole del Boccaccio), che Dante scrivesse non solo in nome ma per commissione de’ fuorusciti toscani.Dic’egli, in sostanza, tra le citazioni anche qui ammontate, che lor cacciata era stata ingiusta, e che già avevano riposte in lui le loro speranze; ma ora dicevasi, ei si fermasse o rivolgesse indietro:"nientedimeno, in te speriamo e crediamo affermando, te essere ministro di Dio, e figliuolo della Chiesa, e promovitore della romana gloria. Imperò, io che scrivo così per me come per gli altri, siccome si conviene all’imperial maestade, vidi te benignissimo e udii te pietosissimo, quando le mie mani toccarono i tuoi piedi, e le labbra mie pagarono il lor debito, quando si esultò in me lo spirito mio. Ma che non sì tarda pigrezza dimori, noi ci maravigliamo, quando già molto tu vincitore nella valle del Po dimori non lungi, Toscana abbandoni, lascila e dimèntichila. Che se tu arbìtri