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de’ Ghibellini, e i Torriani capi de’ Guelfi in Milano. Ma purgatisi quelli, e rivoltosi tutto il sospetto contro questi, furono assaliti e cacciati della città, ove avevano sovente signoreggiato nel secolo precedente, per non tornarvi più mai. E succedendo loro i Visconti nella potenza oramai indisputata e costantemente ghibellina, questa fu la più durevole mutazione che seguisse dal viaggio d’Arrigo. Ma, intanto, ella gli sollevò contro le città lombarde più guelfe1. Sollevaronsi, cacciando vicarii e ripatriati, Cremona, Brescia e Crema. Lodi cacciò solamente i Ghibellini, ritenendo il vicario2. Allora fu forza sostare in Lombardia; e, perchè Milano era interdetta, celebrando in Pavia la Pasqua del 1311 a dì 11 Aprile, disposesi il nuovo incoronato re d’andar contro alle città ribellate, Brescia principalmente. Ma allora fu un grande gridare di tutti i Ghibellini e fuorusciti toscani che l’aspettavano in questa provincia; e di pochi giorni dopo, addì