Pagina:Vita di Dante.djvu/627

allora spaventar molti, non fu in realtà guari più che mutazione di titoli per quelli che, già potenti nelle città sotto nomi di podestà o capitani del popolo, presero ora il nuovo di vicario, e ressero poi con questo come avean fatto con gli altri. Anche Federigo Barbarossa aveva voluto metter consoli approvati da esso, invece di quelli liberamente eletti dalle città; ma i consoli così confermati da lui, operarono da consoli più cittadini che imperiali. Anch’egli talora, e poi Federigo II, avevano ai consoli fatto sottentrare i podestà; ma i podestà erano diventati anch’essi, prima magistrati cittadini contro gl’imperatori, poi più o meno tiranni per sè. E nei secoli che seguirono, i titoli di duca dati dagli imperadori a parecchi principi nuovi, fecero il medesimo effetto, ebbero il medesimo risultato, nè più nè meno. Facile è sempre trovar chi accetti; ma i facili accettanti sogliono accettar negli stili, e non aver durevol riguardo ai donatori.

Partendo di Torino e venendo ora a questa ora a quella città, il buono Imperatore metteva