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limiti che ci siam prefissi fin da principio1.

D’Arrigo imperadore abbiamo il vivo ritratto dal nostro Dino. Era "huomo savio, di nobile sangue, giusto e famoso, di gran lealtà, pro’ d’arme e di nobile schiatta; huomo di grande ingegno e di gran temperanza; d’età d’anni quaranta, mezzano di persona, bel parlatore, e ben fazionato, un poco guercio.... Parte guelfa e ghibellina non voleva udire ricordare. La falsa fama l’accusava a torto. I Ghibellini diceano:E’ non vuol vedere se non Guelfi. E i Guelfi dicevano:E’ non accoglie se non i Ghibellini"2. Vedesi, che se fosse stato possibile ancora un imperadore pacificatore d’Italia, questo certo sarebbe stato. Ma già era sogno.

  1. Abbiamo speranza che molta luce su questa discesa d’Arrigo, e in generale sui tempi di Dante, sarà sparsa dal sig.Döenniges, un giovane tedesco che sta illustrando e scrivendo le storie di tutti questi imperadori; e già per Arrigo di Lucimburgo raccolse preziosissimi documenti dagli archivi di Torino. Il sig. Döenniges favorì cercare, ma non trovò il nome dell’Alighieri fra quelli numerosi, che veggonsi in quelle carte, de’ fuorusciti fiorentini in varie città.
  2. Din.Comp., pp. 524,525.