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scusabili, lodevolissimi certamente. Dugento anni dopo, Machiavello invocando un principe qualunque che riunisse l’Italia, non era diverso molto da Dante, quando invocava il Veltro nell’Inferno, o il capitano che vedremo nel Paradiso, od ora Arrigo VII imperadore; ed anche dopo il Machiavello, molti furono ghibellini a questo modo, ed ebbero la bella idea propria di quella parte, la riunione d’Italia. Bella, dico, più ch’ogni altra, bella nelle speculazioni, ne’ voti; ma che il fatto di otto secoli almeno, contando non piu che da Corrado il Salico, ha dimostrata e fatta impossibile ad effettuarsi. Più felice l’Italia se fin da que’ tempi, o almeno nei posteriori, si fosse riunita in cercare, non una restaurazione d’imperio o di principato universale, ma il miglioramento delle condizioni sue effettive. Ma sempre il desiderio dell’ottimo impossibile nocque al bene possibile, sempre l’immaginazione al senno; e come il compiacersi in effetti immaginarii alla buona vita privata, così il perdersi in sogni politici alla pubblica efficace. I Guelfi hanno, se non altro, questo principal vantaggio nella storia, d’aver sognato meno che i Ghibellini.