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Cristo1 - 7° de’ ladri, aggruppati variamente da variissime serpi; e fra essi, Vanni Fucci da Pistoja, che fa a Dante la predizione della sconfitta de’ Bianchi pel Malaspina detto vapor di Val di Magra; e poi l’antico Caco virgiliano; e poi cinque Fiorentini, onde il feroce fuoruscito si congratula colla sua patria della gloria infernale di lei2 - 8° de’ consiglieri di frodi, involti tutti, anzi rivolti essi stessi in fiamme: e qui Dante ammonisce sè stesso di frenare l’ingegno, e di non mettere troppi di costoro in inferno per vendetta; ondechè, non mettendo niun concittadino, nomina Ulisse e Diomede antichi, e solo fra’ moderni Guido da Montefeltro, che die’ il mal consiglio a papa Bonifazio3 - 9° de’ seminatori di parti nelle famiglie, negli stati o nella religione, che ne

  1. Canto XXIII.
  2. Canti XXIV e Canto XXV. In questa congratulazione, cioè anzi imprecazione a Firenze, Dante parla dei mali desideratile, non che da altri, ma da Prato stessa; e ciò ha relazione senza dubbio all’inasprimento delle parti fiorentine per quelle di Prato nel 1304, quando il cardinal da Prato venuto per piacere in tutte e due, fu prima ignominiosamente cacciato da questa, e tornato a Firenze non vi potè far frutto, e lasciòlla.
  3. Canti XXVI, XXVII.