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206 | canto ottavo |
natura, come Brunetto Latini. Il quale fa a Dante la predizione del vano affaticarsi di lui tra le Parti; e gli accenna poi i proprii compagni nelle pene, Francesco d’Accorso, famoso fiorentino giureconsulto, ed un innominato vescovo di Firenze1; e poi Guido Guerra famoso guerriero toscano dei tempi giovanili di Dante, e Tegghiajo Aldobrandi, e Jacopo Rusticucci, e Guglielmo Borsieri, altri Fiorentini conosciuti di persona o di nome da Dante, che si duole pietosamente di essi2. Finalmente, sull’orlo di questo cerchio de’ violenti, con quello che segue de’ frodolenti, sono un Gianfigliazzi ed un Ubbriachi di Firenze; ed uno Scrovigni di Padova, che annunzia la futura venuta di un Vitaliano suo concittadino, e di Giovanni Bajamonte o de’ Lirti, tutti usurai3.
Dirupato e senza discesa l’VIII° cerchio, detto specialmente Malebolge, Virgilio e Dante son calati sulle spalle di Gerione, mostro alato figurante