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e così quelle de’ grandi antichi, in una città variata di campagne, difesa da sette mura, per cui s’entra da sette porte: certo, la città della scienza profana, a cui s’entrava per le sette arti del trivio e quadrivio. Ivi è il luogo di Virgilio; indi s’era egli mosso già per venire in ajuto a Dante; ivi tornando con lui, è accolto da Omero, Orazio, Ovidio e Lucano, che ammettono Dante come sesto fra loro. Può far qui meraviglia, che i due ultimi sieno accennati come sommi, esclusi altri Greci e Latini pur conosciuti da Dante e pur ivi stanziati1; e può far credere che questi fossero da lui conosciuti solamente di nome, e non nelle opere, onde giudicarne.

Nel II° cerchio, ove incominciano i tormenti, sta Minosse, demonio codato, che giudica l’anime avvinghiandosi di sua cosa tante volte, quanto è il grado o cerchio a che ei condanna. Qui i peccatori carnali son tormentati da un vento o bufera che li trae seco, sbattendoli contro le ròcche ond’è cinto ed aspro il cerchio.

  1. Canto IV, aggiungendovi gli altri grandi antichi qui stanziati, ma accennati nel Purg. XXII, 97.