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oltramontana ed oltramarina del Pozzo di San Patrizio; altri da certe visioni di Frate Alberico, o di non so quali altri Frati, ignote, oscure, dimenticate; opere tutte, delle quali quando fosser provate l’anteriorità e le somiglianze, ed anche l’essere state conosciute da Dante, non sarebbe provato altro, se non che elle poterono essere una delle tante reminiscenze, uno de’ mille pensieri, onde si conformò il gran pensiero, l’idea ben altrimenti bella, sublime ed amorosa di Dante. Anche Omero ebbe a precursori o compagni altri cantori di patrie geste; anche Shakespeare altri poeti drammatici; nè Omero, Dante o Shakespeare furono assolutamente primi, ma primi grandi. In poesia, anzi nelle lettere, anzi in tutte l’arti, i grandi non sogliono inventar mai un genere nuovo; non han mestieri di ciò; si fan grandi nel genere dato loro dall’età; e l’originalità non suol essere se non pretensione dei piccoli. Lasciamo dunque, e quelle erudizioni dette da alcuni pellegrine, ma dai più inutili od importune; e più importuna ancora, le dispute di priorità.