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che si chiamare1". Ma confrontando questo passo con quello del Boccaccio "una figliuola il cui nome era Bice (come che egli sempre dal suo primitivo nome, cioè Beatrice la nominasse)2", e poi considerando che in tutta la Vita Nova non v’ha allegoria, e che Dante stesso nel Convito dice non esservi; io dubiterei che nel passo Dantesco Bice, e non Beatrice, s’avesse a leggere. Certo, non è improbabile cambiatura d’amanunensi; e così niun sospetto d’allegoria rimarrebbe a niun luogo della Vita Nova. Nel Convito, poi, chiaro è non che l’uso, pur l’abuso delle allegorie. Vedemmo la gentildonna pietosa della Vita Nova rivolta in Filosofia, i cieli in Iscienze ec. ec. Ma s’avvertano bene, prima quella protesta di Dante"di non intender però in esso Convito derogare in nulla alla Vita Nova;3" e poi, principalmente, que’ canoni di critica allegorica ch’egli pone prima d’entrare nella spiegazione

  1. Vita Nova, Pesaro 1829, p.1.
  2. Bocc. Vita di Dante, p.17.
  3. Conv. p.6.