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prima dimora di Dante in quelle regioni, e se impossibili sono oramai a verificare quelle testimonianze documentate degli storici di Forlì, difficili elle sono pure a rigettare. E, insomma, ne risulta probabile almeno, l’aver Dante scritto in due anni l’Inferno tra i viaggi, le parti e i negozi, facendo o no da segretario, o come allor diceasi notario dell’Ordelaffi. Trovasi poi rammentato dal Boccaccio un secondo viaggio di Dante a Verona, che l’autor del Veltro non dubita di por quì negli ultimi mesi del 1308, prima del ritorno a Lunigiana1. Ma non vedendosi ragione di tal viaggio in quest’anni e da così lungi, si potrebbe anzi credere che fosse fatto l’anno precedente, e dalla vicinissima Padova.

Ad ogni modo, in Lunigiana o riportò compiuta o compiè la Cantica dell’Inferno in sul finire dell’anno 1308, o al principio del 1309, come fu arguito dal non vedere in essa niuna reminiscenza posteriore a quell’anno.

  1. Veltro, pp. 93-97; Bocc. Ediz. Fir., p. 20.