Pagina:Vita di Dante.djvu/539

erano gelosi fra loro. La morte d’Azzone VIIi di Este, cui Dante di molti vizi ed accusa e deride, accese fra i sucessori di lui cotanto fiera discordia, che alcuni fra essi posero Ferrara in potestà di Clemente V e della Chiesa romana. Giberto di Correggio, vinto dai Guelfi ai quali era stato infedele, fu costretto ad uscire di Parma coi Ghibellini. Mantova era il più fidato rifugio di costoro, grazie ai Buonaccolsi. Can Grande pervenuto all’anno decimosettimo, con solenne pompa era chiamato a parte del governo di Verona da suo fratello Alboino; l’altro loro fratello Giuseppe reggea la badìa di San Zeno, inteso unicamente a darsi piacere, o ad arricchire i due suoi figli naturali, Bartolammio ed Alberto. Signoreggiavano in Genova Branca Doria ed Opicino Spinola; e frequente incursione contro essi facevano gli esuli Fieschi, parenti di Alagia Malaspina. In questo mentre morì Alberto d’Austria imperatore trafitto da un suo nipote; ciò che accrebbe il rigoglio alle fazioni d’Italia. Franceschino Malaspina rapido corse in aiuto del cognato Gilberto, e il rimise in Parma; meno avventurosi gli altri suoi congiunti del Fiesco assaltarono Genova,