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ultimamente, nel 1306, egli era stato di nuovo questo Moroello lo zio, che avea ricondotta la lega Nera (compresavi ora Firenze) contro la nemica Pistoja; egli che l’avea presa pe’ Lucchesi, egli che n’era rimasto primo podestà dato dagli alleati. Vedesi quindi che se niuno mai fece danno a Dante, e doveva chiamare a sè l’ira di lui , e massime in un luogo dove rammenta la rotta de’ suoi ne’ campi Piceni, certo era questo Moroello. E tuttavia, con parole moderate, e quasi ammiratrici, trovasi rammentato nella feroce predizione di quel fatto gettata a Dante in Inferno dal ladro Vanni Fucci, furioso d’essere stato veduto e riconosciuto:
- Ma perchè di tal vista tu non godi,
- Se mai sarai di fuor de’ luoghi bui,
- Aprì gli orecchi al mio annunzio, ed odi:
- Pistoia in pria di Neri si dimagra;
- Poi Firenze rinnova genti e modi.
- Tragge Marte vapor di Valdimagra,
- Ch’è di torbidi nuvoli involuto,
- E con tempesta impetuosa ed agra