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temendosi questo, la donna di Dante, la quale fu chiamata Madonna Gemma, per consiglio d’alcuni amici e parenti, aveva fatti trarre della casa alcuni forzieri con certe cose più care, e con iscritture di Dante, e fattili porre in salvo luogo. Ed oltre a questo, non essendo bastato aver le case rubate, slmilmente i parziali più possenti occuparono chi una possessione e chi un’altra di que’ condennati; e così furono occupate quelle di Dante. Ma poi, passati bene cinque anni o più, essendo la città venuta a più convenevole reggimento, che quello non era quando Dante fu condennato, dice, le persone cominciarono a domandare loro ragioni, chi con un titolo e chi con un altro, sopra i beni stati dei ribelli, ed erano uditi. Perchè fu consigliata la donna, ch’ella, almeno con le ragioni delle doti sue, dovesse de’ beni di Dante raddomandare. Alla qual cosa disponendosi ella, le furon di bisogno certi strumenti e scritture, le quali erano in alcuno de’ forzieri ; li quali ella, in sulla furia del mutamento delle cose, aveva fatti fuggire, nè poi mai gli aveva fatti muovere del luogo dove deposti gli aveva. Per la qual cosa, diceva quest’Andrea, ch’essa aveva