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e vi è primo per noi osservabile un Corrado detto l’antico, gran guerriero, e signor di Lunigiàna al principio del secolo XIII; poi un Corrado II, figlio d’un figliuolo dell’antico, buon guerriero ancor egli e signor liberale, il quale ospitò quella Madonna Beritola e i Capece suoi figliuoli, di che narra così gentilmente il Boccaccio1. Corrado II diede, poi, la vezzosa Spina, unica figliuola sua, al primogenito di que’ fratelli2, e morì prima del 1300, senz’ altri eredi maschi. Ma altri numerosi discendenti rimanevano di Corrado l’antico; fra’ quali a noi importano principalmente un altro nipote di lui, Franceschino; e i due pronepoti, fratelli l’ un dell’altro, Moroello e Corradino, figli di Obiccino, e, come francescamente si direbbe, nipoti alla moda di Bretagna di Franceschino3. Ora, questi tre, zio e nepoti, sono quelli di cui trovasi Dante ambasciadore ed ospite; quelli, poi, che ospitandolo, procacciarono con tal liberalità alla loro schiatta un’illustrazione più divulgata