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42 | capo secondo |
figliuolo, il quale di comune consentimento col padre di lui, per nome chiamarono Dante; e meritamente, perocchè ottimamente, siccome si vedrà, procedendo, seguì al nome lo effetto. Questi fu quel Dante che a’ nostri secoli fu conceduto di speziale grazia da Iddio. Questi fu quel Dante ecc.»1 E così, astri, sogni e casi di sillabe abbreviate, ogni cosa ai contemporanei ed ai posteri parve presagio di grandezza, quando fu questa dimostrata dal fatto.
Ma, continuando a dire di quegli altri più certi presagi della vita di Dante, pochi mesi erano corsi dalla nascita di lui, quando Carlo D’Angiò raggiunto già dal suo esercito in Roma, vi fu, il giorno dell’Epifania dell’anno seguente 1266, da papa Clemente IV incoronato re di Puglia e di Sicilia, facendogliene il solito omaggio. Mosse quindi, seguito dal vescovo di Cosenza legato pontificio, che bandiva la croce per lui; passò il Garigliano, abbandonato a tradimento dal Conte di Caserta; e prese Acquino e Rocca d’Arce, si drizzò a Benevento,