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fu smurata; il contado diviso tra Lucca e Firenze; la terra retta da un podestà mandato dall’una, e un capitano mandato dall’altra; i rifuggiti dispersi; il nome de’ Bianchi ivi nato, poco meno che spento; i rimasugli sempre più confusi co’ Ghibellini. Il Papa, uditi questi disprezzi della sua intervenzione, fece suo legato e paciere in Italia il cardinal Napoleone Orsini; il quale venuto, e offerta la sua pacierfa a Firenze, non fu ricevuto; ed offertala a Bologna, ne fu cacciato. Scomunicò l’una e l’altra; e tolse, come vedemmo, lo Studio a Bologna; e si rimase poi in Italia a raccòrrò un esercito di Bianchi e Ghibellini contro a Firenze. Tanto eran mutate le cose! Un legato del Papa a capo di un esercito Ghibellino contro all’antica ròcca di parte Guelfa1!
Dante non aveva avuto che fare con tutto ciò, se non nel mutar prima la sua studiosa dimora da Bologna a Padova, e nel l’appressarsi poi a Firenze ed a’ luoghi dove si travagliavano tali cose; onde non parrà troppo ardita congettura il tenere che da queste fosse tratto.
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- ↑ Murat. 1305-1306; Villani, p. 420-422.