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servendo a quella tirannia, sollevaronsi talora contro gli eccessi di essa, e facendo come Dante, si mostrarono di tempo in tempo quasi Ghibellini. Ciò è da tener bene a mente per intendere le vicende della Parti, duranti questi anni 1305, 1306. Stavano per parte Bianca-Ghibellina Bologna, Pistoja, Pisa ed Arezzo. Firenze Guelfa-Nera stava in mezzo contro a tutti; ed ajutata da Lucca sola, non che difendersi, offendeva. Addì 26 maggio 1305, l’esercito fiorentino, guidato da Roberto duca di Calabria, rimasto dopo la morte di Carlo Martello primogenito del re di Napoli, mosse contra Pistoja, nido de’ fuorusciti Bianchi, capitanati dal prode e perdurante Tolosato degli Uberti. I Lucchesi vennervi a campo da un altro lato. L’assedio si stabilì. A settembre, due legati del nuovo papa vennero da pacieri ad inibirlo. Il duca di Calabria obbedì, e lasciòllo ; i Fiorentini e Lucchesi non dieron retta. L’assedio incrudelì. A chi usciva dalla terra, se uomo, era tagliato il piede; se donna, il naso. Intanto, a Bologna furono cacciati i Bianchi e Ghibellini, e la città si rivolse a Guelfa-Nera. Allora i Pistojesi si arrendettero, addì 10 aprile 1306. Pistoja