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produsse poi il lungo grande scisma d’Occidente; scisma esso, origine delle dispute e delle divisioni de’ concilii di Pisa e Costanza; origini queste più ch’ogni altra cosa delle eresie de’ secoli XV e XVI, e così di quella riforma che dura ai nostri dì, e divide tante preziose membra del sacro corpo della cristianità. E quindi è che non solo volentieri scuseremo, ma se ci sia conceduto di conchiudere dalle opinioni degli storici più approvati della chiesa nostra, noi loderemo anzi Dante d’essersi rivolto contro Clemente V e il suo francese successore, primi motori di tanti danni; ed anzi, considerando che gli stessi vituperi ai loro predecessori non furono scritti da lui se non dopo quel fatto, giusta e cristiana cagione d’ira, noi pur condannando l’ingiusta estensione, in parte pure ne lo scuseremo. I papi dei tempi di Dante, meritarono la disapprovazione, e in quanto lice a cristiano e a cattolico, l’ira di lui. La colpa di Dante verso i papi non fu il male che disse di Bonifazio, di Clemente o di Giovanni; fu il bene che non disse di Benedetto buono contemporaneo suo, e massime dei