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onde le mie cose sanza dubbio meco sono alleviate, convienmi che con più alto stilo dea nella presente opera un poco di gravezza per la quale paia di maggiore autorità; e que sta scusa basti alla fortezza del mio commento"1. Sono evidenti qui i sentimenti di dolcezza e mansuetudine già espressi nelle lettere scritte a questi tempi.
Il secondo Trattato commenta la prima Canzone, ed è quello ove Dante adempie il suo disegno di spiegare ed allegorizzare quell’amore ch’egli or rinnega; e già n’è detto abbastanza. Se non che, qui è una professione di fede dell’immortalità dell’anima, bella per sè quanto ogni altra ch’io conosca fra quelle date da’ filosofi; atta poi a mostrare quanto Dante si scostasse da coloro che a suo tempo eran detti Epicurei; e bellissima per l’affetto che glielo ispira, e con che principia e finisce. Si contentino quindi i leggitori, ch’io qui ponga la citazione, quantunque lunga; e perdonino ciò che qui dice Dante dei sogni, Dante che si consolava, e n’avea parlato poco prima, della

  1. Cap. 14, p. 18