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drammatica tra Farinata degli Uberti, il gran Ghibellino della generazione anteriore, e lui Dante, di sangue Guelfo. Dopo avendo Dante detto de’ proprii maggiori, dice Farinata:
....fieramente furo avversi
A me ed a’ miei primi ed a mia parte;
Sì che per due fiate gli dispersi;
e Dante:
S’ei fur cacciati, el tornar d’ogni parte
E l’una e l’altra fiata;
Ma i vostri non appreser ben quell’arte;
E Farinata, dopo l’interruzione fatta da Cavalcante Cavalcanti:
S’elli han quell’arte, disse, malle appresa,
Ciò mi tormenta più che questo letto.
Ma non cinquanto volte fia raccesa
La faccia della donna che quì regge,
Che tu saprai quanto quell’arte pesa.
INF. X. 77-82.
Cinquanta mesi appunto corsero dal 7 aprile 1300 (data del supposto della discesa di Dante all’Inferno e così del colloquio riferito) fino agli 8 giugno 1304, data della rottura di questi negoziati dei Bianchi: onde vedesi con quanta esattezza ei dicesse,