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stavano con sospetto i Bianchi Oltrearno in casa i Mozzi, fortificati con chiuse di legname e guardie; e i Neri non concedevan nulla. I Bianchi furon consigliati d’entrare in città e farsi forti in casa i Cavalcanti; ma questi, richiestine, non acconsentirono. E così, finalmente, si partirono i Bianchi da sè addì 8 giugno, e il cardinale, minacciato, il dì 9, "dicendo ai Fiorentini:Da poi che volete essere in guerra et in maladittione, et non volete udire et ubbidire il messo del vicario di Dio, nè havere riposo nè pace tra voi; rimanete con la maladittione di Dio e con quella di Santa Chiesa"1. Nel medesimo giorno 9, o nel seguente, le due Parti interne si mostrarono armate per la città; e il dì 10, non senza sospetto contro la Parte di messer Corso, s’appiccò un grande incendio, che guastò mezza Firenze. Così finì quel malaugurato trattato. E così poi lo ricorda Dante nel X dell’Inferno, scritto non molto dopo con ancor calde impressioni, in quella vera scena

  1. Dino, pp. 512-515. Vill., pp. 402-403, che mette la partenza addì 4; ma è men credibile che Dino, che da questa e le altre concordanti dì per dì.