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s’è veduto in più luoghi, era ufficio di grande importanza. Addì 26 d’aprile principalmente, "raunato il popolo sulla piazza di Santa Maria Novella, nella presenza de’ Signori, fatte molte paci, si baciarono in bocca per pace fatta; e contratti se ne fece ... E tanto parea che la pace piacesse a ognuno, che vegnendo una gran piova, niuno si partì ... I fuochi furono grandi, le chiese suonavano ... ma il palagio de’ Gianfigliazzi che per la guerra facea gran fuochi, la sera niente fece, e molto se ne parlò per li buoni". Diceano:non era segno di pace1. Finalmente, il cardinale tanto gli umiliò con dolci parole, che lo lasciarono chiamar sindaci, cioè deputati de’ fuorusciti, a trattar pace con quelli d’addentro. Due per parte ne nomina Dino; il VillaniVillani dice che furon dodici per parte, ma non li nomina2.
E fra questi non nominati, congetturò un biografo che pur fosse Dante. Ma prima, non ce n’è memoria; poi, se fosse vero tal suo ripatriare,

  1. Degno invece di segno, dice, con evidente errore, l’edizione muratoriana, p. 511.
  2. Vill., p. 402.