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detto Guelfo più da più Ghibellini di lui, Ghibellino dai più Guelfi, e se sta in mezzo, or Guelfo or Ghibellino dagli uni e dagli altri. Non tanto poi per andare incontro a tali accuse, quanto affinchè chi mi legge giudichi facilmente dei miei giudizi, io fin di qua mi confesserò Guelfo fino a questo segno: che credo quel contrappeso della potenza papale essere stato sommo benefizio della divina provvidenza ad impedire tra i varianti disordini del medio evo il rinnovamento della tirannia dell’antico imperio romano; o se si voglia natural conseguenza del cristianesimo che rendeva impossibile oramai tal tirannia, necessario, felicemente inevitabile quel contrappeso. Compiuto il fatto del cristianesimo, il rappresentante de’ principii di esso, il centro, il capo di esso non poteva non propugnare que’ principii, non farsene arma a combattere i principii contrari, qualunque volta paressero prevalere; non poteva anzi non prevalere esso, come a poco a poco prevalse nell’opera sua principale. Per l’Italia poi in particolare, credo che da tal potenza del papa più specialmente italiana, sia venuta per opera principalmente di quella gran triade dei