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ANNI 1292-1301 | 365 |
127Quando di carne a spirto era salita,
E bellezza e virtù cresciuta m’era,
Fu’ io a lui men cara e men gradila;
130E volse i passi suoi per via non vera,
Immagini di ben seguendo false.
Che nulla promission rendono intera:
133Nè l’impetrare spirazion mi valse1,
Ck)n le quali ed in sogno ed altrimenti
Lo rivocai; si poco a lui ne calse.
136Tanto giù cadde, che tutti argomenti
Alla salute sua eran già corti,
Fuor che mostrargli le perdute genti.
139Per questo visitai l’uscio de’ morti,
Ed a colui che t’ha quassù condotto
Li prieghi miei piangendo furon pòrti.
142L’alto fato dì Dio sarebbe rotto
Se Lete si passasse,2 e tal vivanda
Fosse gustata, senza alcuno scolto
145Di pentimento, che lagrime spanda.
Purg. XXX.
Allora, rivolgendo a Dante slesso il parlare per punta,
Che pur per taglio gli era parut’acro,