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ANNI 1292-1301 361

tezza, alla moralità, alla religione, all’amore ed alla poesia; e così è che fece della propria confessione, il più bel canto che sia forse nella Divina Commedia.

Nella quale, disceso già di cerchio in cerchio tutto l'inferno, e risalito di scaglione in scaglione tutto il monte del Purgatorio, quando in cima a questo, nel Paradiso terrestre, egli incontra finalmente Beatrice; Beatrice che, secondo l’epoca finta al Poema dell’aprile 1300, egli da dieci anni piangeva e desiderava; segue una scena di ricognizione e d’amore, la più affettuosa fra quante furono descritte da Dante (non eccettusita quella dell’amore soddisfatto di Francesca); ma in cui la parte principale e più viva è quella appunto de’ rimproveri fattigli da Beatrice per le infedeltà di lui. Invano gl’interpreti si sono affaticati a guastar colle allegorie le celestiali parole, le quali, a chi legga con semplicità, non altro sono che parole di donna amorevole e pura e fatta Angelo sì, ma pur di donna qual doveva un Dante raffigurarsi in cielo la sua Beatrice. Nè qui corre allegoria; anzi, egli esce a poco a poco, al principio del XXX canto, d’ogni oscu-