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360 CAPO DECIMOTERZO

trovò amplissimo luogo la lussuria; e non solamente ne’giovanili anni, ma ancora ne’ maturi1„. E dicendo poi di non poter nè scusarlo nè condannarlo egli, reca gli esempi di Giove, di Ercole, di Paride, di Adamo, di David, di Salomone e d' Erode. I quali lasciando, e lasciando anche le osservazioni che si potrebbono fare rispetto alla consorte di Dante da lui così offesa, e tuttavia ingiuriata poi di soprappiù dai biografi, vegniamo a una confessione fattane da lui stesso, che meglio d’ogni altra cosa ci mostra i costumi di lui al tempo di che parliamo. Ma vedrà ognuno, quanto diversa sia tal confessione da parecchie fatte da altri con invecchiato compiacimento. Venuta meno a Dante la salutar presenza del suo primo amore, decadde egli, sì come molti, tra 'l tumulto della gioventù, delle compagnie, degli affari, delle occasioni, degli amori dammeno; ma restituito poi dall’avversa od anzi dalla sua buona fortuna ai pensieri, agli affetti solitarii, seppe, come pochissimi o ninno, tornare alla sua nativa al-

  1. Bocc. Vita di D. p. 84