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356 CAPO DECIMOTERZO

chè le sue contemplazioni non gli fussero interrotte; e se pure alcuna che molto piaciuta gli fusse ne gli veniva, essendo esso tra la gente, quantunque di alcuna cosa stato fusse addomandato, giammai insino a tanto che fermata o dannata la sua immaginazione avesse, non avrebbe risposto al dimandante: il che molte volte, essendo egli alla mensa, ed essendo in cammino con compagni, o in altre parti, essendo addimandato, gli avvenne. Ne’ suoi studi fu assiduissimo, quanto a quel tempo che ad essi si disponea; in tanto che niuna novità che s’udisse, da quelli il potea rimuovere. E secondo che alcuni degni di fede raccontano di questo darsi tutto a cosa che gli piacesse; egli essendo una volta, fra l’altre, in Siena, e avvenutosi per accidente alla stazione di uno speziale, e quivi statogli recato un libretto davanti promessogli, tra’ valentuomini molto famoso, nè da lui giammai stato veduto, non avendo per avventura spazio di portarlo in altra parte, sopra la panca, che davanti allo speziale era, si pose col petto; e messosi il libretto davanti, quello cupidissimamente cominciò a leggere. E comechè poco appresso in