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Neri potenti domandavano danari a’ Bianchi. Maritavansi le fanciulle a forza; uccideansi huomini; e quando una casa ardea forte, messer Carlo domandava: Che fuoco è quello? E eragli risposto che era una capanna, quando era un ricco palazzo. E questo mal fare durò giorni sei, chè così era ordinato. Il contado ardea da ogni parte. I Priori, per piatà della Città, vedendo multiplicare il mal fare, chiamarono merzè a molti popolani potenti, pregandoli per Dio, havessono piatà della loro Città: i quali niente ne vollono fare; e però lasciarono il priorato"1. Ma già, addì 7, raunavasi il consiglio sotto un nuovo capitano, messer Carlo de’ Marchesi di Monticalo; ed ivi, troppo male invocando i nomi di Dio e de’ Santi protettori di Firenze, "ad esaltazione della Chiesa Romana e del Papa e dei suoi fratelli i cardinali, e del serenissimo signor Carlo per la grazia di Dio re di Gerusalem e di Sicilia, figlio già del Re Carlo di Francia, costituito per la medesima Santa Madre Chiesa
- ↑ Dino Comp., p. 497; e Vill., p. 377, che fa durare cinque dì in città, otto in contado quest’anarchia.