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310 capo duodecimo

miste d’amore verso la patria, quasi a una infedele ancor diletta, parmi, che a far giudicio poi di tutto ciò, sia necessario farlo ora di questa rivoluzione: ondechè continuerò a dirne coi particolari tratti da’ contemporanei. Oltrechè, gioverà forse porgere un esempio di più di queste scene di parti con lor debolezze e paure, fedi rotte, soverchierie e persecuzioni; e lo straniero che sopraggiugne, piaggiando prima e tiranneggiando poi. Che se son cose simili ad altre non che lette, udite, e vedute e sofferte da molti, vi son pure, tra molte somiglianze, alcune differenze recate dai tempi e i costumi. E poi, certe cose vi hanno non si ridicon mai troppo, e certi esempi che si vorrebbono citar di continuo affinchè si rinnovino meno; e solea dir Napoleone, che tra le figure di rettorica, la più utile è quella della ripetizione.

Entrò Carlo a Firenze, od anzi solamente, come pare, nell’Oltrarno, addì 1 novembre1;

  1. La confusione delle date negli autori contemporanei e nei compilatori, è quì peggiore che mai. Dino, contemporaneo, partecipe e priore, dopo aver detto, che l’entrata di Carlo fu differita per quella ragione dei vini nuovi dal dì d’Ognissanti alla domenica seguente,